COVID 19 Report 4 Maggio 2020

7 maggio 2020

Scarica il testo completo del report con i dati e i grafici per Italia, Lombardia, Toscana, Sardegna e Veneto

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COVID 19         REPORT 4 maggio

ITALIA 

LOMBARDIA, VENETO, TOSCANA, SARDEGNA

INTRODUZIONE

E’ ormai diffusa la percezione che il contrasto all’ epidemia stia ottenendo importanti risultati, e anche che le varie Regioni si trovino in qualche modo a fronteggiare epidemie diverse.

Queste percezioni sono fondate e confermate da evidenze riportate in questo Report.

Restano molti aspetti dell’ epidemia non ben compresi , e soprattutto   indizi di pericolosità non domata, in particolare la persistenza di nuovi casi diagnosticati ogni giorno e la insistente crescita, anche recente, della % di mortalità rispetto ai contagiati, come se la malattia, che può portare in pochi giorni al decesso nelle forme più gravi e nei soggetti più fragili, continuasse a mietere vittime, anche a distanza di tempo dalla diagnosi. Anche questi indizi di pericolosità sono differenziati nelle varie regioni.

Il Report passa in rassegna gli aspetti rassicuranti e quelli ancora inquietanti dell’ andamento della malattia, in Italia e nelle Regioni esaminate , che sono Lombardia, Veneto, Toscana, Sardegna.


ITALIA

La FIG 1 (Eventi giornalieri in Italia) conferma il calo dei nuovi casi giornalieri, dall’ acme del 21/03, ma nello stesso tempo ci dice che ci sono ancora 1359 nuove diagnosi alla data del 03/05.

I nuovi casi giornalieri sono in calo nonostante l’ aumento del numero di tamponi che vengono fatti ogni giorno.

L’ andamento dei casi attualmente positivi ( e quindi ospedalizzati o in isolamento domiciliare ) ha un bilancio giornaliero negativo, il che vuol dire che il carico assistenziale è in diminuzione ogni giorno che passa (-535 pazienti attualmente positivi il 03/05).

I casi in isolamento domiciliare sono ormai la grande maggioranza ( e verosimilmente anche un importante fonte di nuove infezioni), e precisamente, al 03/05, 81.436 persone cioè l’81% degli attualmente positivi) (FIG.2)

In chiaro calo i decessi segnalati ogni giorno, dall’ acme del 27/03. Tuttavia il 03/05 sono segnalati ancora 194 decessi.

La mortalità % (sui contagiati) è del 13,71%, sui valori massimi dall’ inizio dell’ epidemia. La mortalità %, dopo una crescita elevata giornaliera, sta rallentando la sua corsa all’ incirca da metà aprile, ma non appare ancora stabilizzata (FIG. 3) .

Una mortalità % stabilizzata nel tempo indica la mortalità effettiva di quella malattia , per quella struttura di età della popolazione e per quelle strategie assistenziali.

In Italia, i decessi cominciano precocemente , giorni dopo le prime diagnosi di COVID 19; il picco dei decessi giornalieri segue di circa una settimana il picco delle diagnosi giornaliere cosi’ come la mediana dei decessi segue di pochi giorni la mediana dei contagi (TAB 1).

La spiegazione di questo rapporto temporale piuttosto stretto tra incremento delle nuove diagnosi e incremento dei decessi non è semplice. Potrebbe essere correlata ad una mortalità precoce, dopo l’ esordio dei sintomi, cosa che avviene in diversi casi, specie quando la diagnosi è fatta tardivamente e in fase di malattia già avanzata, con insufficienza respiratoria. La tendenza nel tempo all’ incremento della mortalità% sui contagiati indica però che altri fattori sono in gioco, oltre che l’ arrivo di nuovi casi diagnosticati, a determinare le % di mortalità in Italia. In particolare è probabile che molti pazienti presentino un decorso clinico prolungato con esito fatale, che avviene a diverse settimane dall’ esordio dei sintomi.

Una riduzione di  mortalità % nel tempo può dipendere da molti fattori:

  1. Struttura per età dei contagiati
  2. Intervallo tra diagnosi e decesso , che può essere di pochi giorni o di molte settimane; c’è sicuramente una mortalità che incide dopo diverse settimane di malattia e/o degenza
  3. Sovraccarico/ adeguatezza strutture assistenziali
  4. Strategie di cura sia precoci che in fase avanzata
  5. Strategie di diagnosi con rilevazione dei casi meno gravi

Dai dati di questo report, vengono alcune raccomandazioni per la Fase 2 appena cominciata:

  1. Monitoraggio stretto clinico-epidemiologico dei nuovi casi giornalieri
  2. Ricostruzione dell’ origine del contagio (spesso intra-familiare); tamponi e sierologia nel contesto di un intervento integrato medico e di igiene pubblica, volto a diagnosi precoci dei soggetti sintomatici e dei loro contatti stretti; si deve fare una diagnosi certa in ogni caso sospetto, senza lasciare le persone nell’ incertezza, nella sofferenza solitaria, e/o nel rischio di contagiare altri; le app sono utili ma prive di efficacia se non inserite in un contesto integrato come quello descritto; è una perdita di tempo tutta la discussione sui pericoli per la privacy; isolamento dei postivi, cure tempestive e precoci.



REGIONI DIVERSE, EPIDEMIE DIVERSE

Come abbiamo detto, le varie Regioni si trovano a fronteggiare epidemie diverse.

Quattro Regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto) contribuiscono da sole al 75% dei nuovi casi diagnosticati ogni giorno (FIG 4).

Si può consultare anche la TAB 2, che tra l’ altro ci dice che le diagnosi di COVID 19 totali per Regione correlano, oltre che come è ovvio con lo sforzo diagnostico attraverso i tamponi, moderatamente con la mortalità % (0.67) e poco con la diffusione del contagio nella Regione stessa (0.50). Se i dati fossero confermati, potrebbero essere a conferma del fatto che

  1. la numerosità dei casi incrementa il tasso di mortalità (sovraccarico delle strutture sanitarie? incremento di virulenza e patogenicità del virus?)
  2. la malattia non si estende immediatamente a macro-aree, ma procede per “contiguità” tra micro-aree o micro-comunità.

Per un approfondimento del punto 2, e cioè della diffusione dell’ epidemia in Italia e nelle Regioni in studio, si rimanda al Report del 16 aprile , che lo discute a partire dall’ esame delle % di positività dei tamponi effettuati.

LOMBARDIA

La FIG 5 (Eventi giornalieri in Lombardia) conferma il calo dei nuovi casi giornalieri, dall’ acme del 21/03, ma nello stesso tempo ci dice che ci sono 536 nuove diagnosi in data 03/05.

I casi attualmente positivi ( e quindi ospedalizzati o in isolamento domiciliare ) sono pure in calo, il che vuol dire che il carico assistenziale è in diminuzione ogni giorno. Si deve tuttavia segnalare che al 03/05 gli attualmente postivi hanno di nuovo il segno positivo davanti per 235 unità.  

I casi in isolamento domiciliare sono ormai la maggioranza ( e verosimilmente anche un importante fonte di nuove infezioni), e precisamente, al 03/05, 29.785 persone cioè l’80% degli attualmente positivi) (FIG.6)

In chiaro calo i decessi segnalati ogni giorno, dall’ acme del 27-28/03. Tuttavia il 03/05 sono segnalati ancora 42 decessi.

La mortalità % (sui contagiati) è del 18,36%, sui valori massimi dall’ inizio dell’ epidemia. La mortalità %, dopo una crescita giornaliera elevata, appare decisamente in stabilizzazione su questi valori all’ incirca dal 06/04 (FIG. 7 ).

Una mortalità % stabilizzata nel tempo indica la mortalità effettiva di quella malattia , per quella struttura di età della popolazione e per quelle strategie assistenziali.

In Lombardia , i decessi cominciano precocemente, giorni dopo le prime diagnosi di COVID 19; il picco dei decessi giornalieri segue di circa una settimana il picco delle diagnosi giornaliere, cosi’ come la mediana dei decessi segue di pochi giorni la mediana dei contagi (TAB 3).

Una riduzione di  mortalità % nel tempo può dipendere da molti fattori:

  1. Struttura per età dei contagiati
  2. Intervallo tra diagnosi e decesso , che può essere di pochi giorni o di molte settimane; c’è sicuramente una mortalità che incide dopo diverse settimane di malattia e/o degenza
  3. Sovraccarico/ adeguatezza delle strutture assistenziali
  4. Strategie di cura sia precoci che in fase avanzata
  5. Strategie di diagnosi con rilevazione dei casi meno gravi

di Walter Borsini

(segue)


VENETO

La FIG 8 (Eventi giornalieri in Veneto) conferma il calo dei nuovi casi giornalieri, dall’ acme del 21/03, ma nello stesso tempo ci dice che ci sono 94 nuove diagnosi alla data del 03/05.

I casi attualmente positivi ( e quindi ospedalizzati o in isolamento domiciliare ) hanno un bilancio giornaliero negativo, il che vuol dire che il carico assistenziale è in diminuzione ogni giorno (-132 pazienti attualmente positivi il 03/05).

I casi in isolamento domiciliare sono ormai la grande maggioranza ( e verosimilmente anche un importante fonte di nuove infezioni), e precisamente, al 03/05, 6.241 persone cioè l’86% degli attualmente positivi) (FIG.9)

In calo i decessi segnalati ogni giorno, anche se in Veneto non c’è un acme ben definito per i decessi, tra il 31/03 e il 29/04. Il 03/05 sono segnalati ancora 14 decessi.

La mortalità % (sui contagiati) è del 8,28%, sui valori massimi dall’ inizio dell’ epidemia. In Veneto la mortalità % appare ancora in crescita , come se non avesse raggiunti i suoi massimi, in questo differenziandosi decisamente dalla Lombardia (FIG. 10) .

Una mortalità % stabilizzata nel tempo indica la mortalità effettiva di quella malattia , per quella struttura di età della popolazione e per quelle strategie assistenziali.

In Veneto, i decessi cominciano precocemente , giorni dopo le prime diagnosi di COVID 19; il picco dei decessi giornalieri segue di circa una settimana il picco delle diagnosi giornaliere cosi’ come la mediana dei decessi segue di circa 9 giorni la mediana dei contagi (TAB 4).

Un incremento di  mortalità % nel tempo può dipendere da molti fattori:

  1. Struttura per età dei contagiati
  2. Intervallo tra diagnosi e decesso , che può essere di pochi giorni o di molte settimane; c’è sicuramente una mortalità che incide dopo diverse settimane di malattia e/o degenza
  3. Sovraccarico/ adeguatezza strutture assistenziali
  4. Strategie di cura sia precoci che in fase avanzata
  5. Strategie di diagnosi con rilevazione dei casi meno gravi

TOSCANA

La FIG 11 (Eventi giornalieri in Toscana) conferma il calo dei nuovi casi giornalieri, dall’ acme del 02/04, ma nello stesso tempo ci dice che ci sono 36 nuove diagnosi in data 03/05.

I casi attualmente positivi ( e quindi ospedalizzati o in isolamento domiciliare ) hanno un bilancio giornaliero negativo, il che vuol dire che il carico assistenziale è in diminuzione ogni giorno (-37 pazienti attualmente positivi il 03/05).

I casi in isolamento domiciliare sono ormai la grande maggioranza ( e verosimilmente anche un importante fonte di nuove infezioni), e precisamente, al 03/05, 4703 persone cioè l’88% degli attualmente positivi) (FIG.12)

In chiaro calo i decessi segnalati ogni giorno, dall’ acme del 10/04. Il 03/05 sono segnalati   9 decessi.

La mortalità % (sui contagiati) è del 9,12%, sui valori massimi dall’ inizio dell’ epidemia. La mortalità % appare ancora chiaro aumento (FIG. 13) .

Una mortalità % stabilizzata nel tempo indica la mortalità effettiva di quella malattia , per quella struttura di età della popolazione e per quelle strategie assistenziali.

In Toscana, i decessi cominciano l’ 08/03, 14 giorni dopo le prime diagnosi di COVID 19; il picco dei decessi giornalieri segue di una settimana esatta il picco delle diagnosi giornaliere cosi’ come la mediana dei decessi segue di 9 giorni la mediana dei contagi (TAB 5).


Sembra esserci un rapporto temporale piuttosto stretto incremento delle nuove diagnosi e incremento dei decessi. Tuttavia i dati della Toscana segnalano che il primo decesso si è avuto 14 giorni dopo la prima diagnosi. La tendenza nel tempo all’ incremento della mortalità% sui contagiati è presente anche in Toscana, e indica che altri fattori sono in gioco , oltre che l’ arrivo dei nuovi casi diagnosticati, a determinare le % di mortalità in Italia.

Una incremento di  mortalità % nel tempo può dipendere da molti fattori:

  1. Struttura per età dei contagiati
  2. Intervallo tra diagnosi e decesso , che può essere di pochi giorni o di molte settimane; c’è sicuramente una mortalità che incide dopo diverse settimane di malattia e/o degenza
  3. Sovraccarico/ adeguatezza strutture assistenziali
  4. Strategie di cura sia precoci che in fase avanzata
  5. Strategie di diagnosi con rilevazione dei casi meno gravi

Segue


SARDEGNA

La FIG 14 (Eventi giornalieri in Sardegna) conferma il calo dei nuovi casi giornalieri, dall’ acme del 28/03, e nello stesso tempo ci dice che ci sono soltanto 4 nuove diagnosi in data 03/05.

I casi attualmente positivi ( e quindi ospedalizzati o in isolamento domiciliare ) hanno un bilancio giornaliero negativo, il che vuol dire che il carico assistenziale è in diminuzione ogni giorno (-41 pazienti attualmente positivi il 03/05).

I casi in isolamento domiciliare sono ormai la grande maggioranza ( e verosimilmente anche un importante fonte di nuove infezioni), e precisamente, al 03/05, 587 persone cioè l’85% degli attualmente positivi) (FIG.15)

Negli ultimi giorni, in calo i decessi segnalati ogni giorno. Il 03/05 non ci sono stati decessi. Il picco dei decessi in Sardegna è piuttosto distribuito, anche in relazione ai piccoli numeri . Il numero massimo di decessi giornalieri è stato 7, che si è verificato alcune volte tra   l’ 08/04 e il 29/04.

La mortalità % (sui contagiati) è del 9,02%, sui valori massimi dall’ inizio dell’ epidemia. La mortalità % non appare ancora stabilizzata e continua a crescere  (FIG. 16) .

Una mortalità % stabilizzata nel tempo indica la mortalità effettiva di quella malattia , per quella struttura di età della popolazione e per quelle strategie assistenziali.

In Sardegna, i decessi cominciano il 15/03 , a distanza di 12 giorni dalle prime diagnosi di COVID 19; il picco dei decessi giornalieri è distribuito tra 10 giorni e oltre un mese dopo il picco delle diagnosi giornaliere, mentre la mediana dei decessi segue di circa una settimana la mediana dei contagi (TAB 6).

Una riduzione di  mortalità % nel tempo può dipendere da molti fattori:

  1. Struttura per età dei contagiati
  2. Intervallo tra diagnosi e decesso , che può essere di pochi giorni o di molte settimane; c’è sicuramente una mortalità che incide dopo diverse settimane di malattia e/o degenza
  3. Sovraccarico/ adeguatezza strutture assistenziali
  4. Strategie di cura sia precoci che in fase avanzata
  5. Strategie di diagnosi con rilevazione dei casi meno gravi