7 maggio 2020
Un’ idea della diffusione della pandemia a livello mondiale ce la possiamo fare guardando i grafici della John Hopkins University, in particolare quello che mostra nei vari paesi la prevalenza del COVID 19 attuale e nel coso del tempo fino ad oggi (05/05/2020)
Puoi consultare https://coronavirus.jhu.edu/data#charts
Il grafico prende in considerazione gli stati con il maggior numero assoluto di vittime, e mostra che in questi la diffusione del Covid 19 varia da 203 casi per 100000 ab della Germania a 472 della Spagna. L’ Italia è a 355. (FIG 1)
La parte iniziale delle curve ( e quindi della epidemia ) si può vedere meglio in scala logaritmica e mostra che i primi casi sono stati registrati in US, Francia e Germania e in Italia nella seconda metà di gennaio (FIG 2).
Il numero di morti per 100.000 ab è ancora più variabile in questi paesi, e va da 73 del Belgio a 9 della Germania: In Italia è 49.(FIG 3)
Se la prevalenza di COVID in questi paesi può rifletter in sostanza la diversa circolazione del virus nei paesi stessi (meglio o peggio contenuta) dalla misure restrittive, la grande differenza di vittime per 100.000 ab è più difficile da spiegare.
Ad es l’ Italia presenta un circolazione virale di 1.75 volte quella in Germania , ma i morti per 100.000 ab sono oltre 5 volte quelli tedeschi. In generale la differenza di prevalenza delle morti non è funzione lineare della diffusione dell’ infezione
Ipotesi possibili:
Un paese con più contagi ha una maggiore probabilità di aver un’ elevata mortalità, ma comunque, tra paesi con elevati contagi, la mortalità per 100 diagnosi può essere molto diversa, come abbiamo già discusso per Germania e Italia.
A determinare la mortalità entrano in gioco fattori non direttamente correlati ai contagi (intesi sia come prevalenza che come numero assoluto). Fattori importanti possono essere la disponibilità di terapie intensive, le strategie diagnostiche o terapeutiche. Per quanto riguarda la differenza tra Germania e Italia, un fattore determinante è possibile che sia l’ età media inferiore dei contagiati, che è di 62 per gli italiani e 50 anni per i tedeschi ( vedi anche https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Infografica_6maggio%20ITA.pdf) .
I grafici della John Hopkins mostrano anche che in diversi paesi l’ intervallo tra prima diagnosi e prime morti è di circa un mese. Si può vedere confrontando i due grafici (diagnosi confermata e morti) su scala logaritmica.
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Infografica_6maggio%20ITA.pdf)
FIG. 1
FIG 2
FIG 3