Sinucleina e Intestino

28 aprile 2019

L’ intestino e il cervello comunicano nelle due direzioni, attraverso diverse modalità, per via ematica attraverso sostanze secrete da entrambi gli organi, e per via nervosa attraverso il sistema nervoso autonomico, di cui fa parte il sistema nervoso enterico (asse cervello - intestino).
Non è perciò strano che sostanze pericolose, provenendo dall’ intestino, possano arrivare al cervello, e qui indurre ( o contribuire a indurre) la comparsa di malattie, le cui cause prime ci sfuggono tutt’oggi (ad es le malattie neuro-degenerative così dette sporadiche, cioè in cui non appare manifesta una causa genetica)

Nel loro articolo Microbiome, Parkinson's Disease and Molecular Mimicry, Miraglia e Colla, dell’Università e Scuola Normale Superiore di Pisa, si concentrano su una proteina , la Sinucleina, sicuramente implicata nella patogenesi della Malattia di Parkinson.  
La sinucleina è stata documentata nelle strutture nervose della parete intestinale sia in soggetti normali che in soggetti con Parkinson. Diversi lavori (anche se non tutti) hanno trovato questo accumuli più spesso e più marcati nei soggetti con Parkinson, e questo anche 20 anni prima che comparisse la malattia neurologica in maniera manifesta. Stockolm e colleghi , di Aarhus, in Danimarca, hanno trovato presenza di accumuli di sinucleina specifici nella parete intestinale del  40-50% dei pazienti che sarebbero andati incontro  alla diagnosi di malattia di Parkinson  solo molti anni dopo.
Fin dal 2003  Braak e altri colleghi, che lavoravano in Germania ed in Olanda, hanno documentato che gli accumuli di sinucleina   nelle strutture del sistema nervoso centrale dei soggetti con Parkinson si diffondevano in senso cranio-caudale, dal nucleo dorsale motorio del nervo glosso-faringeo e vago, nel bulbo dell’ encefalo, al ponte, al mesencefalo (e quindi alla sostanza nigra), e poi infine alla corteccia cerebrale filogeneticamente più antica, e per ultimo alla neocortex prefrontale, di associazione e premotoria. Questo processo di estensione della patologia avveniva parallelamente alla progressione della manifestazioni cliniche della malattia, da iniziale a severa. Anche l' interessamento del bulbo olfattorio da parte degli accumuli di sinucleina era molto precoce, e già presente agli esordi della sintomatologia parkinsoniana, dato coerente con il fatto, noto , che la perdita dell' olfatto può precedere di decenni la comparsa della sintomatologia motoria del Parkinson.

Su queste conoscenze , si basa l’ ipotesi che fattori tossici provenienti dall’ intestino (in particolare dal microbiota stesso, da sue alterazioni, o dall’ infiammazione , conseguente ad alterazioni del microbiota) possano contribuire , in anni o decenni, alla patogenesi del disturbo motorio della malattia di Parkinson. La sinucleina infatti si diffonderebbe dentro le fibre e le cellule nervose, quasi come un agente infettivo, replicandosi in maniera prion-like. Sarebbero sopratutto gli oligomeri e i filamenti di sinucleina, non la molecola libera, a mostrare questa capacità. Le condizioni di infiammazione e/o la risposta immunitaria mediata dai recettori di riconoscimento collocati sulle membrane delle cellule immunocompetenti (Toll-Like Receptor e Nod-like Receptor) che reagiscono a questi aggregati o a altre molecole del microbiota (come il lipopolisaccaride, LPS, conosciuto come tossico sulla sostanza nigra negli animali da esperimento ) contribuiscono ad accellerare questa evoluzione.

Se l’ ipotesi di una progressione periferia - centro (intestino - sistema nervoso centrale e progressione in senso cranio-caudale all' interno del sistema nervoso centrale) è estremamente suggestiva sulla base delle conoscenze di cui sopra, una visione completa del quadro è ancora lontana:

  • non tutti i soggetti con M. di Parkinson hanno aggregati specifici di sinucleina nelle strutture nervose della parete intestinale
  • non sono note quali modificazioni del microbiota possano indurre la comparsa degli aggregati di sinucleina nella parete intestinale, né quali fattori favoriscano la sua successiva diffusione in maniera prion-like; un approccio nuovo a questo problema è in una pubblicazione di Flores Saiffe Farias e al, di Guadalajara, Messico, che mostrerebbe analogie tra i geni del microbiota e i geni di alcune singole strutture del sistema nervoso centrale, in particolare per geni implicati nel trasporto ionico, nelle organizzazione sinaptica e nel trasporto delle proteine: anche un lavoro cinese descrive il ruolo della sinucleina nella esocitosi, endocitosi e nel riciclo delle vescicole a livello delle sinapsi.
  • i disturbi intestinali (stipsi) dei pazienti parkinsoniani sono correlati all’ avanzamento clinico della malattia e alla perdita di neuroni delle strutture nervose centrali interessate dalla malattia (citato in una commento di Borghammer), mentre non è ancora accertato una correlazione tra accumuli di sinucleina nella parete intestinale e entità dei disturbi gastroenterici (Hyo Jeong Lee e al ).