Genio e Follia 2.0

Il libro di Liliana dell' Osso e Primo Lorenzi è stato intitolato Genio e Follia 2.0 con riferimento all' analogo titolo del testo pubblicato da Lombroso nel 1864.
Valdo Ricca ha introdotto gli autori e il libro. Ha distinto tra genio , che vede quello che gli altri non vedono e quindi può essere socialmente inadatto, come se vivesse in un altro mondo o avesse una testa diversa, e talentuoso, termine che invece si riferisce a chi è perfettamente capace di fare quello che gli altri si aspettano e, di conseguenza, è di solito ben adattato.
Primo Lorenzi ha insistito sul fatto che il pensiero divergente , una caratteristica dei folli e degli autistici, è ciò che li accomuna ai geni, e nello stesso li rende impacciati nel mondo comune, nella vita di tutti i giorni.
Liliana dell’Osso ha fatto un excursus entusiastico tracciando quello che, secondo lei un nuovo paradigma in psichiatria, cioè il recupero della dimensione (i tratti della persona, il comportamento , la sua struttura mente-corpo) rispetto alla categoria diagnostica, cioè rispetto alla malattia clinicamente definita, un’ entità per così dire esterna che si innesta sul malato. 

Liliana dell’Osso ha osservato che spesso nei pazienti psichiatrici si devono fare diverse diagnosi per descrivere la loro condizione ( disturbo d’ansia, disturbo dell’umore, paranoie, comportamenti ossessivo - compulsivi).

Mettendo insieme le conoscenze della neuropsichiatria infantile sull’autismo e quelle della psichiatria dell'adulto sulla psicosi, ha creato il concetto nuovo, di una fragilità , che lei definisce autismo sotto-soglia, e che può essere descritta nella sua multi-dimensionalità (ansia, ossessione, paranoia, disturbo dell' umore). Questa fragilità o autismo sotto-soglia proviene dall' infanzia ma si mantiene anche nell' età adulta. E' diversa non solo tra individuo e individuo , ma anche in epoche diverse nello stesso individuo. Può diventare malattia manifesta in certe situazioni , o anche semplicemente con il passare del tempo e con il cronicizzarsi della situazione. L’ approccio terapeutico considera, oltre alla terapia del caso in situazione critica o scompensato, anche il trattamento protratto della sintomatologia sotto-soglia, con scopo preventivo.
Sono entusiasta di questo approccio in clinica psichiatrica , che ritengo molto utile per la gestione quotidiana dei pazienti.
Tuttavia credo che, con questo approccio, non si intenda condizionare il pensiero divergente ( e tanto meno la genialità) alla fragilità o alla presenza dei un autismo sotto-soglia. Penso che il pensiero divergente sia una specie di neuro-diversità, che può svilupparsi in persone senza fragilità manifeste, e di conseguenza che non necessitano di medicalizzazione. Forse per molte persone la “normalità” psichica (salute mentale) è un insieme sufficientemente armonico di fragilità e/o neuro-diversità, che sono anche la fonte del loro progetto di vita. 

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28 aprile 2019